“Per quanto una cosa sia piacevole, se esageri smette di darti piacere e, al contrario, ti causa dolore. Ricorda quindi di non esagerare con il cibo, il sonno, il lavoro, le attività sociali o qualsiasi altra occupazione, per quanto piacevole essa sia, perché l’eccesso non ti darà nient’altro che infelicità.”
PARAMAHANSA YOGANANDA
Il primo passo da fare quando si comincia un percorso di alimentazione consapevole è anzitutto capire realmente il proprio punto di partenza.
Per fare questo ci vuole un po’ di coraggio, perché significa osservare i nostri comportamenti come se non fossimo noi a guardarci.
E’ importante farlo in maniera distaccata perché ci permette di notare tutte quelle cose che facciamo quasi inconsapevolmente, con il pilota automatico inserito, che fanno ormai parte della nostra personalità.
Questo punto è molto importante, ci vuole un po’ di tempo per rendersi conto di ogni cosa. Tutti sappiamo a grandi linee cosa ci fa bene e cosa ci fa male. Il punto è capire perché continuiamo a fare le cose che ci fanno male. Per abitudine? Noia? Consolazione?
I motivi possono essere i più svariati, ognuno ha i suoi. E’ fondamentale capirli, altrimenti non si va da nessuna parte.
Potrai iniziare qualsiasi percorso alimentare all’avanguardia, di moda, fatto su misura per te, ma se non capisci da dove è cominciato tutto, alla lunga non funzionerà.
Spesso si tratta soltanto di comportamenti, che se fatti una volta ogni tanto non sono un problema, ma che se diventano un’abitudine sono pericolosi. Altre volte potranno avere cause più profonde.
Ciò che conta è iniziare ad osservarsi.
Generalmente chi ha un’alimentazione sbagliata tende ad essere molto indulgente con le sue “abitudini consolatorie”, ma estremamente critico nel guardarsi allo specchio.
Bisogna eliminare entrambi.
Non si può più giustificare le mangiate inconsapevoli perché eravamo distratti, perché eravamo tristi, perché siamo golosi.
Dipende da noi. E da noi soltanto.
Non è la giornata storta il problema, il problema siamo noi che non riusciamo a lasciarla andare.
Attenzione, non giustificarsi significa capire il comportamento sbagliato e le sue motivazioni, accettarlo senza scuse, ma assolutamente non giudicarsi. Questo è importante.
Non giudicarsi significa amarsi per quello che si è.
Il giudizio negativo porterebbe altra frustrazione e si entrerebbe in un circolo vizioso di giudizio e consolazione.
Guardati allo specchio e Amati, Ammirati.
Non è narcisismo, è consapevolezza del fatto che siamo unici e irripetibili, con i nostri pregi e difetti.
L’amore per se stessi è l’unica vera motivazione che farà la differenza tra un percorso riuscito che dura tutta la vita e l’ennesimo fallimento.