Degli “Otto Passi dello Yoga” i primi che vorrei analizzare sono gli Yama e i Niyama.
Attraverso la pratica yoga si attiva un processo di analisi dei nostri comportamenti e atteggiamenti, sia nei confronti di noi stressi, sia in rapporto all’ambiente in cui viviamo. In particolare i comportamenti verso noi stessi sono i Niyama, mentre l’interazione con l’ambiente e il modo di stare nella società sono gli Yama.
Yama e Niyama sono quindi dei modelli di comportamento attraverso i quali possiamo migliorare il nostro atteggiamento sociale, lo stile di vita, il modo in cui affrontiamo i problemi.
Esistono cinque Yama: Ahimsa (Ahimsa nelle parole, Ahimsa verso se stessi) Satya (la verità), Asteya (non rubare), Bramacharya (la continenza sessuale), Aparigraha (la non avarizia). Anche i Niyama sono cinque: Saucha (la pulizia), Santosha (la contentezza), Tapas, (la disciplina), Svadhyaya (lo studio di Sé), Isvara Pranidhana (la qualità dell’azione e la fiducia).
Gli Yama e i Niyama fanno parte della pratica yoga, tuttavia mentre le asana e il pranayama possono essere fatti volontariamente, un cambiamento dei nostri comportamenti deve avvenire ad un livello più intimo e non può essere in qualche modo imposto. Quindi la pratica fisica dello yoga permette anzitutto di entrare in contatto con Sé Stessi e di aumentare la nostra consapevolezza. Capiremo così a che punto siamo nella vita, il nostro modo di guardare le cose, i nostri errori. Ed è così che inizierà il cambiamento. Piano piano, un passo alla volta il vedere le cose con più chiarezza cambierà anche i nostri comportamenti.
Ti illustrerò tutti gli Yama e i Niyama singolarmente, ponendo soprattutto l’attenzione su quelle forme di comportamento più sottili e meno evidenti, quelle che ad un primo sguardo potrebbero anche sembrarti del tutto normali o non così dannose. Buona Pratica.